SPALLETTI, CI VOLEVANO SOLO POCHE IDEE, MA CHIARE...
La deriva del calcio che fu ci porta all’attuale situazione che prevede solo giocatori muscolari con limitate nozioni calcistiche di base, molta tattica e tanta fisicità. I campioni di una volta sono scomparsi e quando vediamo un bel colpo o una sontuosa giocata ci stupiamo e ci risvegliamo dal torpore. Pertanto agli Europei di Germania, non è stato un caso che molte squadre nazionali di seconda e terza fascia si siano avvicinate a quelle di prima, grazie a questa congiuntura appiattita. Abbiamo visto la Georgia, la Slovenia, la Slovacchia, l’Austria e la stessa Svizzera, che non è una sorpresa, ma non ha mai vinto nulla nella sua storia, dare filo da torcere organizzandosi bene in campo e affidandosi a un’idea semplice di gioco e a tanta corsa.
Pertanto, e qui vengo all’Italia, sarebbe stato sufficiente avere una squadra fisica e contenitiva che avrebbe pensato prima a difendere per poi attaccare senza sbilanciarsi troppo. Specie a fronte di un reparto d’attacco veramente stitico e poco partecipativo al gioco. Della serie “Se non segno, almeno non le prendo”. E invece centrocampo di burro e tiri da tutte le parti: Donnarumma aveva segnalato il problema... E questa impostazione sarebbe stata in fin dei conti in linea con la nostra tradizione, senza ovviamente scivolare nel puro catenaccio. Il Campionato Europeo è una competizione breve e pertanto non si deve dimostrare a tutti costi un bel gioco, bisogna vincere le partite ravvicinate. Poi se la vittoria viene con il conforto del bel gioco, tanto meglio. Spalletti ha pensato invece che la sua impostazione giochista di base fosse di forte personalità e fosse in grado di spiazzare gli avversari, affidandosi alla esasperante intercambiabilità dei vari ruoli dei giocatori. E invece il tecnico di Certaldo ha drammaticamente annullato le uniche certezze su cui invece avrebbe dovuto appoggiarsi, avendo poi preso in mano le redini della Nazionale da nemmeno un anno. Se ci fate caso l’Italia Campione d’Europa del 2021 aveva dei cardini importanti creati negli anni da Mancini: Donnarumma miglior giocatore dell’Europeo, i centrali affiatati Bonucci e Chiellini, più Acerbi e Bastoni di riserva, Spinazzola in grande spolvero fino all’infortunio, il centrocampo ultracollaudato con Jorginho, Verratti e Barella, Berardi molto bravo a destra e un Chiesa incontenibile a sinistra. A seconda delle partite, erano pure ottimi gli inserimenti di Locatelli e Pessina per dare più compattezza al centrocampo.
Pertanto, a questi Europei di Germana, bastavano poche idee ma chiare e lasciar giocare i giocatori nei propri ruoli. Mai vista una Nazionale così impalpabile e arrendevole!