È un allenatore italiano a vincere nei 5 maggiori campionati europei. C'era da stupirsi?
Vincendo la Liga di quest'anno con il Real Madrid, Carlo Ancelotti diventa l'unico allenatore ad aver vinto nei primi cinque campionati europei. Questo successo va ad aggiungersi a quelli precedenti di Milan 2004, Chelsea 2009, Paris Saint Germain 2011 e Bayern di Monaco 2016. Osservando il suo palmares stratosferico da giocatore e da allenatore, non possiamo non domandarci se Carlo è il più grande allenatore italiano di sempre. Probabilmente è uno dei più grandi, anche se in lui rivedo la dote fondamentale che un allenatore deve avere primariamente e cioè capire prima di tutto di calcio giocato applicando la tattica più opportuna per valorizzare al meglio i propri giocatori. E in questo il re è stato Trapattoni, capace di plasmare lo schema a favore dei giocatori.
In carriera da buon allievo di Sacchi, Ancelotti partì col il 442 bloccatissimo che aveva per me la malsana idea di eliminare il n° 10 o la mezza punta. Salvo poi ricredersi negli anni adottando moduli successivi. Penso all'albero di Natale con Kakà e Shevchenko o al 433 del suo primo Real Madrid con Di Maria centrocampista e tre punte pazzesche (Cristiano Ronaldo, Benzema e Bale). Fino ad arrivare a questo ultimo 433 più equilbrato con un centrocampo vecchiotto ma saggio e rivitalizzato (Modric, Kroos e Casemiro) e ben puntellato in attacco. Non è un caso che Ancelotti sia stato richiamato al Real da Florentino Pérez per porre le basi di un nuovo ciclo dopo l'interregno di Zidane. Chi meglio di Carlo, grande conoscitore di calcio, poteva rimettere le cose a posto? Ed è stato quasi sempre così quando è stato chiamato in passato per rifondare. Non sempre ci è riuscito, penso al Bayern e soprattutto al Napoli, che ha perso inspiegabilmente una grossa occasione per fare il giusto salto di qualità.
I successi di Ancelotti non possono non far inorgoglire il nostro movimento, facendo emergere una volta di più il concetto che la nostra scuola calcistica non è seconda a nessuno. W Carletto, e grazie!