11 luglio 1982. Gli Italiani dalle imprese impossibili (e gli altri rosicano).
11 luglio 1982
Quanti fermoimmagine ricordiamo di quella fantastica finale di Madrid del Mondiale spagnolo? La disgraziata ciabattata sul rigore di Cabrini e le nostre facce deluse. Le instancabili e creative sgroppate di Conti sulla fascia destra. Il cross di Gentile per il goal di Rossi di testa da tre metri. L’esultanza di Tardelli al suo goal, simbolo eterno di quella vittoria. I baffi di Beppe Bergomi. Gli occhi spiritati e increduli di Altobelli al terzo goal. La delusione di Antognoni per l’annullamento della sua rete. Il Presidente Pertini con il suo “Non ci prendono più!”. I tedeschi rassegnati, tranne Stielike e Breitner. L'arbitro brasiliano Coelho che raccoglie il pallone e decreta la fine della partita. E poi la panchina esultante all'unisono al fischio finale. Papà Bearzot portato in trionfo. Il capitano Zoff sulle spalle dei compagni con la Coppa del Mondo in mano. E poi tutti in strada, un Paese in festa.
Se penso a tutto questo, comprendo che gli italiani sono unici, nonostante le storture e tutto ciò che non va e di cui siamo a conoscenza. Siamo i primi ad autoflagellarci pensando che all'estero sia sempre meglio, il top. Intanto la Nazionale italiana ha sollevato per 4 volte la Coppa del Mondo e per 2 la Coppa Europa. Se penso ai "maestri" inglesi della tanta decantata Premier che hanno vinto solo una volta la Coppa Rimet a casa loro e in maniera molto discutibile, mi viene da ridere. E molto.