10, 100, 1000 CASADEI...
Cesare Casadei saluta l’Inter e si accasa al Chelsea per la ragguardevole cifra di 15 milioni di euro + 5 di bonus. Non male per un giovane di soli 19 anni! E così si alza subito altissimo il coro dei soliti detrattori del calcio italiano, che grida allo scandalo e alla mancanza di coraggio in Italia nel non fidarsi di un giovane calciatore italiano in ottica futura. La questione in realtà è prettamente economica e legata al lungo periodo di almeno un decennio che sta attraversando il Calcio Italiano, incapace nel recuperare importanti risorse economiche e quindi di far rivivere i fasti degli anni ’80 e ’90.
La conformazione economica delle varie federazioni europee determina una gerarchia dove le risorse più importanti (circuito Tv e sponsor internazionali) sono indirizzate fortemente verso Premier League e Liga spagnola. Un forte gap politico-economico che obbliga le altre realtà calcistiche europee a doversi accontentare delle briciole del Sistema Calcio e provare a campare in qualche modo. Il Calcio Italiano si trova in questa situazione obbligata già da molto tempo (chissà di chi è la colpa?…) e deve, per ora, mettersi in testa di recuperare risorse vendendo il più possibile all’estero i prospetti che vengono valorizzati nel nostro campionato: giocatori che non devono per forza essere italiani, ma anche stranieri. È una linea che caldeggio fortemente da tempo. Il nostro campionato non è spettacolare, ma è il più difficile. Secondo me, è capace di plasmare e preparare molto bene un giocatore dal punto di vista tattico e di offrirlo ai campionati europei dal maggior appeal economico.
Insomma alla fine del calciomercato, nella compravendita con l’estero deve risultare un forte saldo attivo a favore delle casse italiane. È un po’ quello che fa, come società, l’Ajax creando giocatori, formandoli alla propria scuola e rivendendoli successivamente all’estero. Solo che se lo fa l’Ajax scattano i complimenti, se lo fa una squadra italiana, invece partono le invettive del “come siamo poco lungimiranti”, “non ci fidiamo dei giovani”, “ma dove vogliamo andare!”.
Per esempio Lorenzo Lucca è stato acquistato dall’Ajax a 1+10 milioni e sono sicuro che nell’impianto ultra riconosciuto dell’Aiax crescerà bene e, male che vada, sarà venduto magari in Premier League a qualche decina di milioni in più. La squadra di Amsterdam e il calcio olandese di conseguenza adottano ormai questo modus operandi per sopravvivere.
Da noi, si afferma spesso che non siamo capaci e coraggiosi nel puntare sui giovani. Ma se un giovane è fortissimo in assoluto gioca anche a soli 17 anni! Abbiamo esempi infiniti, da Pelè a Rivera, da Mancini a Donnarumma.
Ecco infine due casi riguardanti l’argomento “giovani”, in ambito interista.
Nel 2011-2012 l’Inter Under19 del giovane allenatore Andrea Stramaccioni vinse la Next Generation proprio contro l’Ajax. Mi ricordo ancora le esternazioni dell'epoca dei tifosi interisti, quali “Ecco l’Inter del futuro!”, “Finalmente abbiamo in casa un vero centravanti (Samuele Longo...)”. Ebbene di tutti quei bravi giovani vincenti solo alcuni sono diventati discreti giocatori (Duncan, Benassi, Livaja, Mbaje, Crisetig) ma nulla di più. Quindi, chi ha avuto ragione? L’Inter che li ha valorizzati e li ha venduti praticamente subito (erano anche tempi duri), o il tifoso che filosofeggia e non ha i piedi per terra?
L’altro esempio riguarda Ronaldo il Fenomeno. Quando il Calcio Italiano poteva spendere, Massimo Moratti lo acquistò ventunenne dal Barcellona per 51 miliardi di lire. Ma quel Ronaldo era proprio un fenomeno e non ci voleva molto per capirlo. All’epoca fu l’acquisto più oneroso della storia del Calcio. Mi piacerebbe sapere cosa pensarono all’epoca i sostenitori del Barcellona riguardo alla sua vendita così prematura…