LA PRESUNZIONE DI GASPERINI, L’UMILTÀ DI PIOLI

13.03.2017 20:04 di  Fulvio Floridia  Twitter:    vedi letture
LA PRESUNZIONE DI GASPERINI, L’UMILTÀ DI PIOLI
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Il risultato di 7-1 di Inter-Atalanta, così clamoroso e ridondante nel punteggio non potrà assolutamente cancellare l’annata spettacolare dell’Atalanta, costellata da grandi prestazioni, da incredibili vittorie titolate, da un buon livello di gioco e dalla consacrazione di tanti splendidi e giovani talenti. Ha invece evidenziato la presunzione del suo allenatore, Gasperini, che pensava di poter disporre dell’Inter a San Siro con una certa facilità e spregiudicatezza. Solo così si spiega l’atteggiamento iniziale spavaldo e poco prudente della squadra bergamasca, inteso a voler giocare alla pari dell’Inter e a imporre il gioco riversandosi con facilità nella metà campo interista, come avrebbe fatto una Juventus, una Roma o un Napoli qualsiasi. Voglio dire che Gasperini ha pensato di sorprendere tutti con un atteggiamento inusitato, da presunta grande squadra (l’Atalanta non può ancora essere definita tale...), quando forse sarebbe stato sufficiente agire come fanno quasi tutte le avversarie dell’Inter a San Siro e cioè aspettare e ripartire in velocità per colpire i nerazzurri sbilanciati alla ricerca del goal. L’atavico dente avvelenato di Gasperini contro l’Inter lo ha portato a pensare di potersi personalmente consacrare a San Siro davanti all’ambiente nerazzurro sbarazzandosi in un sol boccone della sua ex-squadra con una prestazione memorabile, che legittimasse soprattutto il suo credo calcistico non compreso all’epoca. Un credo calcistico che può attecchire maggiormente in realtà più piccole rispetto all’Inter dove è più facile plasmare il gioco con i giovani e giocatori di fascia media. Gasperini all’epoca fu molto talebano nell’applicazione dei suoi dettami calcistici pensando di poter "disporre" facilmente di campioni vincenti e affermati come gli argentini, obbligandoli a giocare in ruoli differenti se non a farsi da parte. 

Ieri a San Siro Gasperini ha messo in campo una squadra che invece di rimanere compatta, aggressiva e veloce nelle ripartenze è risultata invece essere lunga, leziosa e sfilacciata. Ha regalato troppo spazio a tutti giocatori dell’Inter, che se ci fate caso hanno brillato tutti indistintamente, esprimendosi alla grande secondo le proprie caratteristiche. Gli atalantini hanno invece dovuto rincorrere gli avversari per tutta la partita e sono clamorosamente evaporati nei reciproci duelli. Si comprende per esempio l’ottima prestazione di Banega che, se lasciato maggiormente libero di agire sulla trequarti, è in grado di inventare calcio con sorprendente facilità: non contenerlo con una marcatura ad hoc è stato altamente deleterio e così l’argentino è riuscito a segnare persino una tripletta. 

Dall’altra parte Stefano Pioli ha proseguito il suo percorso virtuoso in seno all’Inter. Un percorso non solo legato al risultato, ma atto a rimettere tutte le pedine al posto giusto, basandosi su un calcio semplice ma efficiente e instaurando un rapporto di reciproco rispetto con i giocatori. In poche parole un atteggiamento umile e per niente presuntuoso. Vero Gasp?