DE BOER: DA ESONERABILE A IMPREVEDIBILE
Nelle polemiche registrabili nei vari salotti televisivi, nelle discussioni tra amici o se volete solo nelle chiacchiere da bar legate all’affare “Inter” è incredibile come si voglia sempre porre l’attenzione su mille cause e concause che nulla hanno a che spartire con l’effettivo sviluppo degli accadimenti calcistici. In pratica si dimentica sempre il campo, la partita, nella sua vera essenza intesa come studio, strategia e contrapposizioni di forze tra due squadre. Insomma ci si dimentica del Calcio! E così al termine della partita col Torino, più dei rilievi tattici, gli argomenti di discussione sono:
- De Boer vince, ma è sufficiente per salvare la panchina?
- De Boer si o De Boer no?
- Si può esonerare un tecnico dopo una vittoria?
- La Società continua ad essere latitante
- La Società non manda segnali
- Moratti: “Non decido io”.
- Si sblocca Icardi e quindi l’Inter vince.
- Solita fragilità difensiva con un goal-comica
- La Curva Nord non applaude ai goal di Icardi
- Icardi non esulta sotto la Curva Nord.
Non dico che tali argomenti debbano scomparire del tutto dalle tavole ben apparecchiate della “polemica sull’Inter” ma analizzare veramente, aggiungo in maniera preponderante, la partita dal punto di vista tattico fa veramente schifo?
Questo solo per affermare che ieri l’Inter ha vinto cambiando modalità di gioco offensivo. Ciò che mi è balzato all’occhio, in maniera evidente, è stato aver abbandonato le due ali ben allargate lungo le linee laterali (solitamente Perisic a sinistra e Candreva a destra). In questo modo è stato intensificato il fraseggio stretto con Icardi da parte dei fiancheggiatori Eder e Candreva, rendendo lo stesso Icardi meno isolato, creando un problema di marcature agli esterni bassi avversari che hanno dovuto scollarsi dalla propria posizione e soprattutto non dando in generale punti di riferimento alla difesa avversaria. Questa calcolata anarchia tattica ha scompaginato i piani di difesa del Torino e non è un caso che l’Inter ieri abbia avuto 8 importanti azioni d’attacco più le due reti. A ciò aggiungiamo tecnica e dinamismo con una discreta “verve” di Ansaldi nelle sovrapposizioni a destra, un Banega buon ispiratore delle giocate in avanti, un Joao Mario sempre vivo e tecnico nel far ripartire velocemente l’azione e un Brozovic buon collante dinamico tra i reparti. Quindi il cattedrattico, allungato e obbligato 4231 di manciniana memoria è stato sopravanzato da un 433 corto, elastico e pronto alle ripartenze, privo del solito argine davanti alla difesa, Medel, (sarà un caso?) che con una buona dose di imprevedibilità, ben supportata e assimilata dagli uomini tecnici e di classe che l’Inter sicuramente possiede potrebbe essere la vera nuova arma di De Boer con cui intraprendere il tanto auspicato percorso virtuoso.
Domanda: “Scusate, ma sono stato l’unico a percepire questo cambio tattico, o proprio non se ne vuole parlare?”.