SPALLETTI, il valore aggiunto di questa Inter. Altro che colpe!
Quando i risultati non sembrano arrivare (terzi in classifica e buon cammino in Champions...) si alzano in piedi i soliti insoddisfatti per puntare il dito sull’ovvio capro espiatorio: tutti contro l’allenatore, e se si tratta di Inter, tutti contro Spalletti. Eppure l’Inter sta crescendo, sta diventando più completa negli automatismi, nella gestione della partita, nelle giocate, insomma più squadra proprio grazie a questo allenatore. Dopo aver ereditato l’anno scorso un’Inter più asciutta nell’organico e con un gioco monotematico su Icardi, Spalletti ha avuto la possibilità in questa sua seconda stagione di apportare il suo credo tattico alla squadra, cambiando a poco a poco le modalità di gioco. Ha affiancato alla Icardidipendenza di questi ultimi anni un movimento più a tutto campo, globale svincolando le sorti offensive dalla sola unicità del suo centravanti. Questa Inter non è ancora totalmente spallettiana, ma si sta trasformando gradatamente grazie anche ai nuovi giocatori che il tecnico toscano ha voluto per ampliare le sue opzioni. E aggiungo finalmente! I dati sono lì davanti a tutti. L’attacco dell’Inter ha segnato 27 reti, a soli -4 dalla “Grande Juve” di CR7, che ne ha infatti 31. Di questi 27 goal troviamo gli 8 di Mauro Icardi che rappresentano un terzo dei goal totali, e cioè non più la quasi totalità delle marcature degli anni scorsi. Cosa vuol dire questo? Che l’Inter arriva di più in zona tiro, che segna di più con i centrocampisti, che realizza anche con gli esterni, che non sono più larghi per effettuare unicamente i cross su Icardi, ma ben dentro al campo, appunto per cercare la via del goal, che sia individuale o con scambio. E veniamo alla difesa. L’Inter è la seconda difesa dopo la “Grande Juve” come goal subiti: 12 goal contro gli 8 della Juve. Sono 12 su 14 partite, e se togliamo le 4 sberle rimediate dall’Atalanta si scenderebbe a 8 goal in 13 partite: 1 goal subito ogni partita e mezza. Insomma una Grande Difesa! Ma questa non è una novità, anche l’anno scorso la difesa fu la base di tutto, perché nel calcio è importante segnare, ma vige il “Primo, non prenderle”. Tutto ciò non fiorisce per grazia ricevuta, ma con un lavoro lungo e giornaliero che un allenatore capace come Spalletti è in grado di dare.