L’INTER PERDE CONTRO LA JUVENTUS, MA CONTE BATTE SARRI.
L’Inter perde contro la Juventus per due a zero e questo divario numerico appare come un risultato ineccepibile. Brava la Juventus a vincere, del resto vince chi segna! È incredibile che il risultato legittimi proprio ciò che è stato affermato fin dall’avvio del campionato, ovvero della disparità di organico tra le due squadre, per quanto essersi notevolmente ridotta in questa stagione. Si è sempre dichiarato infatti che i giocatori della Juve offrono al proprio allenatore un ventaglio di opzioni di gioco che al contrario Conte non può permettersi di avere. Conte, dal canto suo, ha fatto un lavoro importante su quest’Inter e lo testimonia il fatto che quello di ieri era considerato lo scontro scudetto. La partita di ieri è stata incanalata dall’Inter sul proprio standard di gioco che è unico e non prevede, forse è un limite tattico non solo per assenza di giocatori top, la benché minima variazione sul tema. Tolto l’avvio di natura juventina abbiamo assistito fino al goal di Ramsey a un gioco importante e prevalente dell’Inter sulla Juventus, anche se confortato da poche conclusioni. Poi di fronte al goal del gallese, all’Inter è venuta a mancare la reazione, inibita pure dalle giocate del nuovo entrato Dybala e dal suo successivo raddoppio. A quel punto il giro palla cattedratico della Juventus ha fatto il resto, suggellando una supremazia che c’è stata, ma non così evidente come il risultato parrebbe testimoniare. Sarri dal canto suo, ha schierato un centrocampo di corsa, abbastanza geometrico che si è ben adattato al ritmo di quello interista. Quando è arrivato il goal, non ha fatto altro che inserire Dybala libero di svariare fastidiosamente sul fronte d’attacco, obbligando l’Inter a scompaginare la fase difensiva e ritardando la propria controffensiva. Come all’andata a Sarri è bastato un cambio di giocatore per cambiare assetto tattico e creare problemi all’Inter. Ed è appunto su questa logica di cambio di modulo che si attesta il valore di Sarri, bravo a utilizzare le sue pedine e a variarne la disposizione in campo. Però il suo schema non emerge come quando allenava il Napoli o il Chelsea. Diversamente Conte è stato bravo in questi mesi a creare uno standard di gioco che ha garantito sin qui ottimi risultati e la sfida scudetto di ieri lo sta a testimoniare. È da vedere però se è proprio lui a non voler prevedere moduli differenti dal suo, facendo ricadere eventuali colpe sul livello dei giocatori, oppure sono proprio gli interpreti a non convincerlo pienamente. Di sicuro l’utilizzo a singhiozzo di Eriksen sembrerebbe far propendere verso la rigidità del modulo Conte. Nella sfida di ieri trovo che Conte abbia dimostrato comunque di saper imporre un suo imprinting ben preciso al gioco dell’Inter, cosa che al contrario per Sarri non è rilevabile. Ma Sarri in ogni caso ha vinto. Da sostenitore interista considero ottimo il lavoro svolto sin qui da Conte e il cambio con Spalletti, che pure apprezzavo come allenatore, è stato fondamentale per l’Inter, ma non capisco come l’allenatore leccese non faccia fronte ad alcune situazioni che vanno sempre riproponendosi, come subire le ripartenze centrali degli avversari, abbassare troppo la squadra con il rischio di subire “gollonzi” da tre metri o ogni tanto congelare la partita specie quando l’Inter va in vantaggio, magari evitando di ripartire di continuo e di consumare inesorabilmente troppe energie.